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Carcere San Vittore, Milano
A cura di:
Laboratorio Carcere
Andrea di Franco
Gianfranco Orsenigo
Marianna Frangipane
Attori:
Laboratorio Carcere
Politecnico di Milano
Trasgressione.net Onlus – Progetto “la Chiamata”
Fondazione ERIS
A&I Società Cooperativa Accoglienza e Integrazione
YouSport
Clinica Legale Università Bocconi e Bicocca
MatEmaTicHe, narrazioni e spazi gEnerativi per ConteStI eStremamente fragili
Sviluppare un modello-mappa della sezione ‘giovani adulti’ di San Vittore, inteso come strumento descrittivo e generativo di interventi puntuali che favoriscano progettualità e partecipazione dei suoi abitanti a forme di socialità e supporto tra pari
METHEXIS (dal termine usato da Platone per indicare la partecipazione delle cose sensibili alle idee) parte dall’esperienza dei ricercatori PoliMi già coinvolti a San Vittore e si configura come processo di descrizione e intervento nell’esistente.
La sezione giovani adulti (GA) nel primo raggio di San Vittore è una realtà instabile e in continua metamorfosi, a causa della rapida turnazione delle persone detenute e delle diverse istanze di cambiamento delle associazioni di volontari. Presa dall’emergenza quotidiana, l’amministrazione penitenziaria fatica ad aggiornare il progetto trattamentale.
Degli 844 ingressi dall’inizio del 2023, il 30 giugno San Vittore ospitava 188 detenuti nella fascia 18-24, di cui 43 all’interno della sezione GA. Il 63% in GA è detenuto da meno di 3 mesi e il 28% da 6. Pochissimi sono in reparto da un anno o più. Dei 43, solo 4 sono di origine italiana. Questi dati evidenziano due primi divari, relativi alla diversa transitorietà e diversa origine dei detenuti. I giovani adulti vivono una parentesi indefinita di vita in solitudine e inattività, incentrata sul passato (Blos 1962) e aggravata dal non avere spesso accesso ad un percorso trattamentale. Il malessere genera situazioni di conflitto e sfiducia gravi, che minano le azioni degli agenti, operatori e volontari presenti in reparto, generando divari interpersonali. Dall’interlocuzione con la direzione emerge il bisogno primario di attivare una progettualità nella sezione GA per superare la logica emergenziale con la quale si opera. Tale priorità può essere articolata ulteriormente come bisogno di:
B1. Ingaggio e motivazione dei giovani adulti, che significa:
a. Estendere le attività trattamentali alle persone detenute in attesa di giudizio.
b. Sviluppare attività per l’integrazione sociale e culturale degli stranieri.
B2. Costruzione di una nuova percezione collettiva del reparto, che significa:
a. Qualificare gli spazi disponibili e innescare processi di auto-cura.
b. Estendere la partecipazione a progetti sociali e a gruppi di supporto tra le persone detenute, ma anche agli agenti di polizia penitenziaria e altri operatori sanitari ed educatori.
B3. (Ri)attivare i territori, che significa:
a. Facilitare l’attuazione e messa in relazione dei progetti già in corso, es. – “La chiamata”.
b. Facilitare l’inserimento di nuovi progetti che provengono dall’esterno del carcere.

METHEXIS (dal termine usato da Platone per indicare la partecipazione delle cose sensibili alle idee) parte dall’esperienza dei ricercatori PoliMi già coinvolti a San Vittore e si configura come processo di descrizione e intervento nell’esistente.
La sezione giovani adulti (GA) nel primo raggio di San Vittore è una realtà instabile e in continua metamorfosi, a causa della rapida turnazione delle persone detenute e delle diverse istanze di cambiamento delle associazioni di volontari. Presa dall’emergenza quotidiana, l’amministrazione penitenziaria fatica ad aggiornare il progetto trattamentale.
Degli 844 ingressi dall’inizio del 2023, il 30 giugno San Vittore ospitava 188 detenuti nella fascia 18-24, di cui 43 all’interno della sezione GA. Il 63% in GA è detenuto da meno di 3 mesi e il 28% da 6. Pochissimi sono in reparto da un anno o più. Dei 43, solo 4 sono di origine italiana. Questi dati evidenziano due primi divari, relativi alla diversa transitorietà e diversa origine dei detenuti. I giovani adulti vivono una parentesi indefinita di vita in solitudine e inattività, incentrata sul passato (Blos 1962) e aggravata dal non avere spesso accesso ad un percorso trattamentale. Il malessere genera situazioni di conflitto e sfiducia gravi, che minano le azioni degli agenti, operatori e volontari presenti in reparto, generando divari interpersonali. Dall’interlocuzione con la direzione emerge il bisogno primario di attivare una progettualità nella sezione GA per superare la logica emergenziale con la quale si opera. Tale priorità può essere articolata ulteriormente come bisogno di:
B1. Ingaggio e motivazione dei giovani adulti, che significa:
a. Estendere le attività trattamentali alle persone detenute in attesa di giudizio.
b. Sviluppare attività per l’integrazione sociale e culturale degli stranieri.
B2. Costruzione di una nuova percezione collettiva del reparto, che significa:
a. Qualificare gli spazi disponibili e innescare processi di auto-cura.
b. Estendere la partecipazione a progetti sociali e a gruppi di supporto tra le persone detenute, ma anche agli agenti di polizia penitenziaria e altri operatori sanitari ed educatori.
B3. (Ri)attivare i territori, che significa:
a. Facilitare l’attuazione e messa in relazione dei progetti già in corso, es. – “La chiamata”.
b. Facilitare l’inserimento di nuovi progetti che provengono dall’esterno del carcere.